"All’inizio, Aric rimase così sorpreso che non riuscì a fare altro se non rimanere immobile. Era così concentrato sulla sensazione delle calde labbra di Gray sopra le sue che si accorse appena che l’altro aveva preso il libro dalle sue mani, per metterlo via. Aric aprì le labbra e, per la prima volta in vita sua, assaggiò un altro uomo: sapeva di stufato di pesce e di qualcosa di nuovo, qualcosa che pensò fosse semplicemente il sapore di Gray.
Gray si divincolò fuori dalla coperta e gli salì in grembo, così che il suo petto nudo si trovò premuto contro la camicia di Aric, e le sue ginocchia si trovarono a cavallo dei fianchi dell’altro. Baciò di nuovo Aric, più a lungo e più a fondo. La mano di Aric era sospesa a mezz’aria: non aveva idea di dove metterla. Gray si spostò, ma solo quel tanto che bastava per far vagare le sue labbra sulla mascella di Aric e sotto il suo orecchio. “L-lo… lo vuoi?” sussurrò.
“Io… io…” Adesso era Aric quello che balbettava. “Non… non posso…”
“N-non de… deve significare niente. Solo re-reciproco conforto. O può si… significare tutto.”
Non l’ho mai fatto,” ammise.
“S-sei… sei vergine?”
“No. Ci sono… ci sono stati altri ragazzi durante la Festa della Luna Settembrina. Li pagavo il doppio.” Si rese conto che le sue parole avevano un significato poco comprensibile, ma non riusciva a essere coerente con Gray schiacciato contro di lui, il suo respiro sul collo.
“Prostituti? E basta?”
“Sì.”
“Non… non è la stessa cosa, allora. Non come qua-quando qualcuno ti… ti desidera. E accidenti, Aric. Io ti-ti desidero.
Un uomo bellissimo lo desiderava, lo voleva, e avvolgeva il suo corpo nel piacere invece che nel dolore. Era molto più di ciò che uno come lui desiderava, ma non lo avrebbe detto, non quella sera, non quando Gray lo stava baciando mentre gli accarezzava i fianchi"