Lovely Books Project

Citazioni e appunti delle letture del gruppo LB :D 

Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"“Preoccupato pe-perché so-sono ancora vivo!”
“Non credo. Credo… ci tiene a te, non è così?”
Gray deglutì. “Ci te-teneva. Un… un tempo.” Poi si rannicchiò in un angolo della cella, e Aric decise che era arrivato il momento di cambiare argomento."
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"Aric rimase fermo e in piedi per molto tempo, così sopraffatto da non sapere dove iniziare. Poi iniziò a girovagare. Non toccò niente (non ne aveva ancora il coraggio), ma camminò lentamente, tenendo la testa piegata da un lato per leggere i titoli. Fu contento di riuscire a leggerne bene la maggior parte. Non riusciva ancora a decifrare alcune parole, ma si era allenato molto a leggere nelle settimane precedenti, e se una parola non era troppo lunga o difficile, riusciva a leggerla. Avvertì in petto una strana sensazione, e capì che si trattava di orgoglio. Eccolo là, un ignorante mostro mutilato, ma che sapeva leggere. Era come se il resto del mondo avesse avuto un segreto meraviglioso che aveva finalmente condiviso con lui.
"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"Non sapeva con certezza come fossero sistemati i libri nella biblioteca, ma non era importante, perché non stava cercando niente in particolare. Era stupefatto dalla varietà di libri che vi trovò: storia, scienze di ogni tipo, religione, magia, allevamento di animali, agricoltura, guerra, navigazione. Alcuni erano antichi, altri sembravano nuovi. C’erano libri pieni di storie. Fu uno di quelli che alla fine catturò la sua attenzione, soprattutto a causa del drago dorato che era stampato sulla costola di cuoio marrone. Si controllò la mano per accertarsi che fosse pulita, la passò sui pantaloni per liberarsi del sudore e prese il volume. Un rapido sguardo alle pagine gli fece capire che il libro era pieno d’illustrazioni colorate, oltre che di parole. Con un largo sorriso, si diresse verso la sedia più vicina e si sedette per leggere"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"“Ho… ho… ho tradito qualcuno che… che amavo. Mo-molto te… tempo fa. Ma ve-vedo anco… ancora lo sguar… lo sguardo sul suo vo-volto. Come se fo… se fosse ieri.”
“Mia madre… non è la stessa cosa.”
Ma lo era, almeno in parte. Perché una parte di Aric aveva sempre pensato di averla tradita, e di aver tradito anche suo padre, semplicemente continuando a vivere. Anche lui avrebbe dovuto bere il veleno. Tutti nel villaggio lo pensavano. Il suo prozio glielo diceva sempre, e non solo quando era ubriaco. Aric avrebbe dovuto prendere la boccetta dalle mani di sua madre e bere le ultime gocce, così da morire insieme ai suoi genitori. Ma era sopravvissuto, diventando uno zimbello, un bersaglio, un brutto stupido senza più valore di un mulo"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"Gray era nudo, ovviamente, ma Aric indossava i pantaloni che si era messo in fretta prima di andare a dire alla guardia di Lady Torctgud. “Che-che… che fai?” chiese Gray.
“Questo pavimento è dannatamente duro.”
Gray rise e si avvicinò un po’ di più. Ci furono un po’ di spostamenti, e Aric maledì silenziosamente le catene, ma alla fine si sistemarono su un fianco, la schiena di Gray rivolta contro il petto di Aric. Le parti basse dei loro corpi non si toccavano, ma Aric aveva avvolto un braccio intorno alla vita di Gray, il cui braccio era appoggiato contro il suo: il naso di Aric era quasi solleticato dai corti e morbidi capelli del prigioniero"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"“S-sei a tu… a tuo agio nel… nel… nel toccare un … un… un altro uomo,” disse Gray con aria pensierosa.
“Sì,” rispose Aric, anche se ‘a suo agio’ non gli sembrava il modo giusto di descrivere i sentimenti che provava in quel momento.
“De-de-desideri a… altri u-uomini?”
Aric deglutì. “Sì.”
“D-de… desideri m-m-me?”
Stavolta, Aric fece un passo indietro. “Io… non posso…”
“S-se v-vuoi puoi, Aric. È pa-passato tan-tan… tanto tempo.”
Gray era bellissimo. Adesso c’era abbastanza luce naturale da illuminarlo bene. Ricordò ad Aric un’illustrazione in uno dei libri del maestro che aveva sfogliato con reverenza la settimana prima. Anche se Aric gli aveva tagliato i capelli molto male e Gray era ancora troppo magro, era comunque bellissimo: alzò il volto con un’espressione di speranza che Aric non gli aveva mai visto da quando era arrivato. E Gray sembrava desideroso di contatto fisico, il respiro affannoso.
“Sono brutto,” disse Aric. “Non solo un po’. Sono veramente orribile.”
“E io sono cieco,” disse Gray, scuotendo leggermente la testa. “So com’è la tua f-fa… faccia al ta-tatto, ma per… per me… Non sei b-brutto, Aric. Ha… hai vi-visto quelle sta-statue che pro-proteggono la bo-bocca del fiume?”
Aric le aveva viste diverse volte. Erano Lorad e Lokad, i giganti che avevano spostato il corso del grande fiume, sconfiggendo un enorme mostro marino e fondando Tellomer, molte centinaia di anni prima. Le statue erano alte come la Torre Marrone, incise nella pietra grigia. I giganti avevano ampie spalle e volti bellissimi e orgogliosi. Erano eroi.
“È co-così che tu se… sei per me,” disse Gray"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"“V-v-vieni più… più vicino. Le… le… ca-cate… catene non… non arrivano più… più lontano.”
Senza volerlo veramente, e senza aprire gli occhi gonfi, Aric si spostò sulle ginocchia. Appena lo fece, venne stretto da braccia nude e magre. Aveva abbracciato Gray così tante volte per confortarlo durante gli incubi, ma mai quando Gray era sveglio. E Gray non lo aveva mai abbracciato. In effetti, nessuno aveva più abbracciato Aric da quando sua madre era morta, e quel pensiero lo spinse a singhiozzare di nuovo. Gray continuò a tenerlo stretto, anche se le ginocchia dovevano fargli male per il contatto con il pavimento di pietra, e accarezzò la schiena di Aric mormorando una canzone che Aric riconobbe vagamente come una delle ninne nanne che spesso cantava a Gray durante i suoi terribili incubi"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"“È tutto a posto. Mangia un po’. Ti sentirai meglio. Oppure posso portarti dell’acqua per farti lavare la faccia.”
Ma Gray si limitò a stringersi ancora di più. “Se… se… sei un… un… una bra-brava per…sona, Aric. De-de… devi an-an…dare.”
Aric si sentì confuso. Era appena stato via per ore. “Vuoi… vuoi stare un po’ da solo? Posso passeggiare nel palazzo per un po’.”
“N-no. Vo-voglio dire… v-vai. Lascia Te-Tellomer.” Si spostò così all’improvviso che Aric si stupì e cadde all’indietro, finendo col culo per terra.
Gray fu subito sopra di lui, afferrandolo per le braccia. “Va-vattene pri-prima che… so-sogni la… la tu…a morte. Ti prego!”
Aric non aveva idea di come definire le emozioni che gli riempivano l’animo. “Non ho paura,” rispose, liberandosi dalla stretta di Gray e rimettendosi in piedi.
“Do-dovresti.”
“Tutti dicono che sono uno stupido.”"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"“Mi spiace,” rispose Aric, ed era sincero. Petrus era simpatico, sesso a parte. La sua compagnia si sarebbe certamente dimostrata divertente. Ma Aric gli strinse la spalla per un’ultima volta, prima di avviarsi verso la porta. “Devo andare. C’è qualcuno che mi aspetta.”
"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"Quando arrivò alla parte bassa della schiena del prigioniero, Gray allargò appena le gambe, e Bruto s’immobilizzò. “Ehm…”
“Non… non de-devi. Po-posso far… farlo io…”
“Va bene così,” rispose Bruto in tono fermo. Era un uomo adulto. Era in grado di lavare un prigioniero sporco senza fare la figura dell’idiota. Anche se il prigioniero aveva davvero un bel sedere.
Quando Bruto arrivò ai piedi di Gray, quest’ultimo era ragionevolmente pulito e profumato, e Bruto era duro in modo imbarazzante. Era solo contento che Gray non potesse vedere il modo in cui il tessuto dei pantaloni si tendeva, quando Gray emise un suono soffocato e si voltò verso di lui. Anche lui era eretto, e le sue guance rasate di fresco erano arrossite. “S-s-scusa
Non… non pen…savo che… che… quell’affa-affare fun…zionasse a-ancora. È…” Gray afferrò la mano insaponata di Bruto e passò le dita su quelle dell’altro. “Ca-callose. Be-bella sen…sazione.”
Bruto non si allontanò, e per diversi minuti rimasero entrambi lì in piedi, mano nella mano, il respiro che risuonava contro le pareti della cella. Bruto non fu neanche particolarmente sorpreso quando Gray chinò la testa e, evitando la mano insaponata, premette le labbra sul suo grosso avambraccio. “Gra…zie, Bruto.”
“Non è il mio nome.” Chiaramente non era padrone della propria lingua.
Ma Gray si limitò ad alzare la testa. “Come?”
“Bruto. Mi chiamano così. Mi chiamano tutti così da quando… da quando ero un bambino. Ma non è il mio vero nome.” A volte se lo dimenticava. Pensava a se stesso come a Bruto, e l’ultima persona a chiamarlo con il suo vero nome era stata sua madre, subito prima di morire. Lo aveva abbracciato e baciato sulla testa, e lo aveva chiamato ‘bravo ragazzo’, prima di avvelenarsi.
“Co-co… come ti chiami?” la voce di Gray era calma.
“Aric. Sono Aric.”
Gray sorrise. “Ciao, Aric.”"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"“Mi piacciono i ragazzi.” Bruto si morse la lingua dopo quella confessione improvvisa, con tanta forza che sentì il sapore del sangue, e desiderò avere la capacità di rimpicciolirsi fino alla grandezza di un insetto per andarsene di corsa a nascondersi. Ma rimase seduto sul muro, grosso e con un’espressione stupida. Si schiarì la gola. “Voglio dire… sono attratto dagli uomini, non dalle donne.”
Non aveva mai detto quelle parole ad alta voce. Al villaggio non importava da chi fosse attratto, perché nessuna persona di nessun sesso avrebbe ricambiato i suoi sentimenti. C’erano alcuni uomini con la stessa inclinazione e, anche se la maggior parte degli altri abitanti non approvava del tutto, non erano esclusi. Ma, ovviamente, nessuno di quegli uomini avrebbe voluto avere qualcosa a che fare con Bruto. Uno di loro era persino un Gedding, uno dei ragazzi che avevano reso miserabile la vita di Bruto quando era un bambino.
Gli unici momenti in cui i gusti sessuali di Bruto erano rilevanti per qualcun altro che non fosse se stesso, erano quelli di quando faceva la visita annuale al bordello. E dire come si sentiva non era necessario: pagava il dovuto e andava con il ragazzo che aveva estratto la pagliuzza più corta.
Alys sbatté le palpebre alcune volte e fece spallucce. “Quindi hai un uomo che ti aspetta a casa?”
“Io… no.”
La ragazza annuì con decisione. “Allora ti presenterò qualcuno
“Non ti dispiace?” la interruppe Bruto.
“Che cosa dovrebbe dispiacermi? Creare le coppie? Potrebbe essere divertente, e se serve a renderti felice…”
“No, intendo che preferisco gli uomini.”
Alys sorrise. “Non è un problema. Li preferisco io stessa. Ascolta, alcune persone potrebbero dire cose cattive, ma sono… vecchio stampo. Alla maggior parte delle persone qua non importa. Del resto, anche uno dei principi ha amanti maschi: ha portato Lord Arnout all’ultimo ballo e, ovviamente, io non c’ero, ma ho sentito dire che erano molto affascinanti insieme. Hanno ballato insieme tutta la notte, e il re sembrava contento, quindi chi dovrebbe criticare?”
“Quale principe?” chiese Bruto, anche se aveva già un’idea della risposta che avrebbe avuto.
“Aldfrid.” Alys aggrottò la fronte. “Non ti sei preso una cotta per lui, vero? Gli avrai anche salvato la vita, ma sei comunque… Beh, noi non siamo come loro, no? Il re non permetterebbe mai al principe di avere un amante di rango così basso rispetto al suo. Ma ci sono un sacco di molti uomini adatti qua intorno, come Nali il fornaio. In realtà non ha mai detto che gli piacciono gli uomini, ma l’ho capito dal modo in cui guarda i conduttori dei carri che trasportano sacchi di farina e…”
“Non sono innamorato del principe. Neanche io sono così stupido. E apprezzo la tua offerta, Alys, ma preferisco di no
“Perché no?”
Bruto iniziava a sentirsi infastidito dalla sua cieca insistenza. “Perché nessuno mi vorrebbe.”
Questa frase spinse Alys a deporre nuovamente il cesto e a mettersi in piedi di fronte a lui. “Perché no? Per la mano? Te la cavi benissimo anche senza, e…”
“La mia mano. La mia brutta faccia. Il mio corpo enorme. Alys, mia madre era una prostituta e mio padre un ladro. Non sono nessuno, non sono niente.”
“Non osare dire una cosa del genere!” Gli occhi verdi della ragazza s’infiammarono. “Non osare! Sei un brav’uomo, Bruto, e molto gentile. Sei paziente con Warin e lavori sodo per migliorarti e… e salvi le persone! Tutte le altre cose non hanno importanza, non per qualcuno con un po’ di cervello.” Si sporse in avanti, per piantargli un dito nel costato. “Un uomo ti troverà, Bruto, e ti farà perdere la testa, e passerà il resto dei giorni a pensare a quanto sia stato fortunato!” "
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"Come vanno le lezioni?”
“Lente. Quei bambini imparano molto più in fretta di quanto faccia io!”
Alys fece spallucce. “È perché hanno la testa vuota. La tua è piena di altre cose. Il tuo passato, i tuoi doveri…”"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"Ma Gray continuò a toccarlo, facendo scivolare gentilmente le dita lungo il collo di Bruto. Quando arrivò all’attaccatura della spalla, tese anche l’altra mano e pose entrambi i palmi sulle spalle di Bruto. “G-gr…ande,” commentò, in tono impressionato.
Il nodo che Bruto sentiva in gola gli impediva di rispondere, anche quando le mani di Gray scivolarono leggermente sui suoi bicipiti. Quell’uomo era uno stregone, aveva detto Warin. Forse quello era un incantesimo, un’altra delle presunte attività malvagie di Gray. La sensazione combaciava con quello che Bruto immaginava fosse la magia: tutto ciò che Gray toccava s’intorpidiva leggermente, come succedeva a un arto addormentato prima di svegliarsi.
Ma Bruto rimase immobile, e Gray tracciò i grossi muscoli degli avambracci. E poi la mano sinistra di Gray continuò oltre il polso di Bruto e fino alle nocche, mentre la destra… beh, esaurì le cose da sentire. Gray trattenne il respiro. “B-B-Br…uto?”
“Un incidente.”
Gray respirò a fondo. Bruto si aspettò che fosse disgustato, ma non sembrava. Gray toccò infatti con delicatezza i contorni del moncherino prima di allontanare la mano. “S-sei… co-comun…que fo-forte.”
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Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"“SEMBRI VOLER far diventare un’abitudine quella di essere un eroe,” disse Lord Maudit.
Bruto deglutì, sentendosi a disagio, e si guardò intorno per qualche attimo prima di rispondere. “Non è così, Sua Eccellenza. Era solo uno stronzo ubriaco… un delinquente ubriaco, qualcuno che non aveva niente di meglio da fare se non alzare le mani su un bambino
“Non hai paura che ti uccida con le sue visioni?”
“Io… potrebbe.”
“Allora perché non sei scappato, ancora?”
“Perché…” Bruto si passò le dita nei capelli ispidi. “Perché non sono un codardo, signore.”
Maudit agitò una mano. “Tutti quei muscoli non potranno proteggerti dalla morte, lo sai.”
“Lo so. Sono già quasi morto, milord.”
“Forse vuoi morire?”
“No!” Bruto fu sorpreso dalla veemenza della sua stessa risposta. Non molto tempo prima i suoi pensieri sul tema erano stati molto diversi.
“Allora te lo chiederò di nuovo. Perché sei ancora qui?”
“È il mio lavoro, milord. La mia responsabilità.”
“Responsabilità! Dai da mangiare al prigioniero e pulisci la sua merda.”
A Bruto sembrava di fare un po’ di più, anche se non lo disse. “So che non è come… come governare un paese. Ma è… fino a poco tempo fa ero un operaio. Trasportavo rocce, tronchi e carri.”
“Il lavoro che potrebbe fare ogni mulo.”
“Per la maggior parte sì, milord. Ma era il mio lavoro e lo facevo. Adesso mi è stato detto di occuparmi del prigioniero e lo faccio.”
Lord Maudit sogghignò. “Fai sempre quello che ti viene detto?”
“Non sempre"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
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“Perché dovrei aver bisogno di essere sorvegliato?”
“Perché vogliono essere sicuri che tu torni.” Il ragazzo assunse subito un’espressione preoccupata. “Vuoi tornare, non è così?”
“Certo.
“Alcuni sono rimasti per alcune settimane. Uno è rimasto per tre o quattro mesi. Ma un uomo se n’è andato dopo la prima notte!”
“A causa dei sogni?”
Warin si mise un dito in bocca per staccarsi una caramella da un dente. “Sì. Si sono spaventati. Il prigioniero fa solo sogni che riguardano persone nelle vicinanze, e credo avessero paura che avrebbe sognato di loro, prima o poi.”
“I suoi sogni si avverano sempre?”

“Nah. A volte si può evitare che accadano. È per questo che devi ascoltare e riferire ciò che dice.”

Bruto si sentì sollevato al pensiero che le profezie di Gray non fossero infallibili. “Warin, quei sogni… lui vede solo il futuro o è in grado di far accadere quelle cose?”

“Non so.”

Warin mise il broncio ma lo seguì, e non passò molto prima che l’umore del ragazzo fosse tornato allegro. Si toccò con cautela il naso gonfio. “Pensi che sia rotto? Pensi che mi verrà un rigonfio come sul tuo?”

“Sono certo che resterà bello dritto.”

“Oh.” Warin sembrava deluso. “Forse se mi tiro un pugno da solo…”

“Perché vorresti rovinarti il volto con un naso come il mio?”

“Perché tu… sei fantastico! Sei come Fenris. Nella storia, sai? Grande come una montagna e coraggioso come un toro e salva un’intera città dai mostri dell’abisso.”

“Sono solo un uomo, Warin. E neanche un granché.” Ma Bruto non riuscì a nascondere il sorriso compiaciuto, che rimase sul suo volto per tutta la strada verso il palazzo"
Bruto - Kim Fielding, Stella Mattioli
"Fu un grande negozio d’angolo a spingere Bruto a fermarsi di botto, con fastidio delle donne che camminavano dietro di lui. “Dei del cielo,” mormorò.
Warin aveva continuato a camminare, senza accorgersi che Bruto si era fermato, e arretrò per avvicinarsi a lui. “Sono solo libri,” disse il ragazzo, quando vide ciò che Bruto stava guardando.
“Non pensavo che esistessero così tanti libri neanche in tutto il mondo,” rispose Bruto, che aveva visto dei volumi qua e là, di solito in mano ai viaggiatori che si fermavano al White Dragon
"